Il ritorno a lavoro per una neomamma può essere un momento difficile: controindicazioni, discriminazione e sensi di colpa. Analizziamo la situazione.
Molte donne lavorano, alcune per necessità e altre per vera passione. Oltre all’indipendenza finanziaria, c’è il senso di soddisfazione, di realizzazione, la capacità di usare le proprie abilità personali. Ormai sono lontani i tempi in cui le donne non contavano nulla: oggi controllano più di metà della spesa globale dei consumatori.
La domanda è: avrai voglia di tornare a lavorare una volta terminato il congedo di maternità? Molto spesso, una neomamma che aveva previsto di tornare in ufficio dopo sei mesi si può ritrovare a temere quel giorno man mano che si avvicina. In mente avrà molti pensieri contrastanti: potrà continuare ad allattare? Chi si occuperà del bambino? È pronta ad affidarlo alle cure di sconosciuti?
Avere un figlio è un evento di portata enorme e molte donne avvertono sia il desiderio che l’esigenza di ritirarsi dal mondo: perfino quelle che prima erano state semplici incombenze quotidiane come pagare le bollette, portare a spasso il cane o addirittura vestirsi prima di mezzogiorno, possono sembrare sfide insormontabili.
Il rientro a lavoro
In questa fase di profondi cambiamenti, è utile mantenere i contatti di lavoro. Potresti anche cambiare lavoro e finire a fare qualcosa di completamente diverso, ma devi comunque contare sulle risorse accumulate nel passato. Potresti anche essere obbligata per contratto, almeno nel breve termine, a tornare al lavoro. Non è la fine del mondo.
Talvolta può risultare difficile anche concentrarsi completamente sul proprio mestiere, che passa in secondo piano quando sei preoccupata perché tuo figlio ha la tosse e ti chiedi se nel frattempo è peggiorata. I sensi di colpa possono essere un aggravante. La preoccupazione dovrebbe essere condivisa tra entrambi i genitori e a volte è così, ma più spesso sono le madri a prendersi tutto il carico quando i bambini stanno male.
Forum e madri lavoratrici
Pensiamo però alle competenze acquisite da una neomamma: capacità di mediazione, pazienza, ascolto, percezione, multi-tasking. Sono tutte abilità preziose anche in ambiente lavorativo. Per esempio, nel gruppo "Mothers of Innovation", sviluppatosi su un forum che riuniva madri lavoratrici da tutto il mondo, alcune donne hanno avuto l’idea di rendere queste abilità il loro punto di forza e così hanno avviato iniziative sociali, lanciato prodotti innovativi e fondato imprese.
Il caso Rachida Dati
Tornare a lavorare oppure fare la mamma a tempo pieno sono entrambe scelte del tutto valide, ma le donne sono bombardate da una raffica di diversi giudizi provenienti da ogni parte: la famiglia, gli amici e anche i media. Un noto esempio è il dibattito che si scatenò nel 2009 in Francia quando l’allora Ministro della Giustizia Rachida Dati tornò al lavoro solo cinque giorni dopo aver partorito. Alcuni lodarono la sua scelta, alcuni si resero conto che probabilmente non aveva scelta, altri ancora la accusarono di essere una cattiva madre e di trascurare il bambino. Alcune delle critiche più feroci provenivano proprio da altre madri.
Se sei turbata dall’indecisione su cosa fare, la risposta, come spesso capita quando si tratta di allevare bambini, è darsi del tempo. Il tuo stato d’animo subito dopo il parto non rimarrà uguale dopo qualche mese, o qualche anno. Le prime settimane sembrano non finire mai, ma è solo una fase della tua vita. Ricorda però che è importante mantenere un senso di identità prescindere dai figli.