Ferita sul tatuaggio
Quando si decide di farsi disegnare un tatuaggio sulla pelle si valuta sempre con molta attenzione, oltre al soggetto, alle dimensioni e ai colori, anche il punto del corpo in cui collocarlo. Raramente, invece, si pensa alla possibilità che la zona tatuata possa essere interessata da un trauma o da una lesione aperta della cute (come un taglio o un'abrasione).
Quali problemi possono comportare eventi di questo tipo? La ferita su un tatuaggio può essere gestita come una comune lesione cutanea o si devono adottare accorgimenti e cautele particolari per supportare un efficiente processo di guarigione ed evitare complicanze? Quali? E che cosa accade al disegno mentre la cute si rimargina? Se sul tattoo residua una cicatrice, si può ricorrere nuovamente al tatuatore per coprirne i segni e ripristinare il disegno originario o non c'è più nulla da fare?
Ferita sul tatuaggio: comporta dei rischi?
Innanzitutto, una rassicurazione: se le lesioni a livello del tattoo sono lievi, come nel caso di graffi sulla superficie cutanea, un taglio piccolo e poco profondo o abrasioni che interessano solo i primi strati dell'epidermide, in genere, il processo di guarigione è rapido, non comporta problemi particolari e il tattoo non ne resta danneggiato una volta che la pelle si è rimarginata. Al più, si potrà osservare una modesta attenuazione dei colori.
Questo dipende dal fatto che i pigmenti che definiscono l'aspetto dei tatuaggi vengono iniettati con l'ago in profondità, nel derma, mentre una ferita lieve coinvolge l'epidermide che lo riveste e che si rinnova nell'arco di pochi giorni.
Il discorso cambia quando la ferita a livello del tatuaggio è profonda, arrivando a danneggiare il derma sottocutaneo che ospita i pigmenti, soprattutto se è anche abbastanza estesa. In questi casi, il processo di guarigione è più lungo e impegnativo, il rischio che possano insorgere infezioni o residuare cicatrici più elevato e la durata del trattamento necessario per arrivare alla completa guarigione della cute maggiore.
In aggiunta, l'infiammazione che si sviluppa nella prima fase di guarigione delle ferite promuove la degradazione dei pigmenti, che possono rilasciare sostanze allergizzanti, come frammenti dei pigmenti stessi oppure metalli presenti negli inchiostri come additivi. Ciò può indurre dermatiti da contatto che ostacolano ulteriormente il ripristino della cute della zona tatuata nell'immediato e possono causare problemi a lungo termine. Prendersi cura correttamente della ferita e contenerne l'infiammazione è importante anche per rendere meno probabili inconvenienti di questo tipo.
Ferite sul tatuaggio
La situazione più delicata è sicuramente quella in cui la ferita si verifica nei primi giorni dopo l’esecuzione del tattoo o, comunque, quando la caduta spontanea delle crosticine non è completata).
In questi casi, se la lesione non è banale, per prendersi cura della zona tatuata in piena sicurezza è sempre bene sottoporre la ferita alla valutazione del medico e seguire le sue indicazioni di trattamento. Meglio evitare, invece, di chiedere consigli al tatuatore perché, anche quando si tratta di un professionista competente, non dispone delle conoscenze mediche necessarie per indirizzare una corretta gestione della ferita né per prescrivere i farmaci eventualmente necessari.
Dal momento che in caso di lesioni profonde che coinvolgono il derma la probabilità che il tattoo resti alterato anche dopo la completa guarigione della ferita è alta, per almeno quattro settimane dopo l'esecuzione del tatuaggio vanno evitate attività e situazioni che espongono la zona tatuata al rischio di traumi significativi ed è essenziale prendersi cura del nuovo tattoo ogni giorno per favorirne il normale e rapido processo di guarigione.
In presenza di prurito insistente, ma non eccessivo, si può applicare un impacco freddo e asciutto sulla zona tatuata per alcuni minuti, senza premere né sfregare. Viceversa, se il fastidio è molto marcato è bene rivolgersi al medico, specie se sono presenti anche altri sintomi come dolore, gonfiore, notevole arrossamento, perdita di liquido o formazione di pus, indicativi di una possibile infezione.
Ferite sul tatuaggio non recente
La cute a livello di un tatuaggio effettuato da tempo è sostanzialmente indistinguibile da quella in perfetta salute per struttura e capacità riparative in caso di ferite. Se il taglio o l'abrasione sono lievi, quindi, è sufficiente prendersi cura dell'area tatuata come si farebbe con lesioni analoghe presenti in punti del corpo privi di tattoo, soprattutto se non ci sono significative perdite di sangue che inducano a sospettare il coinvolgimento del derma sottocutaneo.
Anche in caso di ferite più profonde il trattamento non cambia rispetto a quello che si applicherebbe alla cute non tatuata, ma gli esiti post-guarigione potrebbero non essere entusiasmanti perché i pigmenti del tattoo possono venire alterati dal processo infiammatorio e i tessuti possono cicatrizzare in modo disordinato o eccessivo, dando luogo a cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Naturalmente, questo rischio è maggiore quanto più la lesione ha danneggiato i tessuti in profondità, quanto maggiori sono le sue dimensioni e se i margini cutanei sono frastagliati o sono avvenute perdite di tessuto (ferite lacerate).
Purtroppo, in caso di ferite di una certa importanza non è possibile prevedere a priori l'esito post-guarigione perché molto dipende da elementi individuali che influenzano la reazione cutanea e gli effetti finali del processo di riparazione. Curare questo tipo di ferite seguendo con attenzione le indicazioni del medico, è l'unico modo per evitare infezioni (più probabili se nell'area della lesione sono presenti peli) e favorire una efficiente guarigione del tatuaggio.
Benché i tatuaggi vengano utilizzati anche in ambito medico per migliorare l'aspetto di cicatrici chirurgiche, se un tattoo è stato rovinato da una cicatrizzazione eccessiva o imperfetta dopo una ferita, non è il caso di insistere con ulteriori inserimenti di inchiostro nel tentativo di coprirla, perché la cute potrebbe reagire in modo non ottimale e l'esito non essere migliore del danno iniziale. In questi casi, spesso, è preferibile rimuovere completamente il tattoo e ricorrere a un trattamento in grado di ridurre l'eventuale cicatrice ipertrofica o il cheloide.
Cosa fare in caso di ferita sul tatuaggio
Per ferite superficiali nella zona tatuata il semplice lavaggio con acqua corrente, la sua disinfezione con un prodotto senza alcol specifico per la cute ferita e l'eventuale protezione con un cerotto o una garza in cotone sterile sono accorgimenti di cura sufficienti.
Un'avvertenza da considerare è evitare l'esposizione ai raggi del sole della zona tatuata ferita, perché ciò potrebbe portare a un'alterazione permanente dei colori del tattoo o a una reazione di fotosensibilizzazione. È, inoltre, consigliabile evitare bagni, sia al mare sia in piscina, e gli sport acquatici finché le croste non sono cadute spontaneamente per non ostacolare il processo di guarigione a causa della macerazione della cute e del rischio di infezioni.
In caso di lesioni più serie e profonde, per evitare complicanze a livello della zona tatuata e aumentare la probabilità di "salvare" il tattoo, è consigliabile far riferimento fin dall'inizio al medico di famiglia, che saprà fornire i consigli di cura più utili e indicare una crema emolliente in grado di supportare la rigenerazione cutanea e/o un prodotto antisettico per prevenire infezioni.
Assicurare la massima efficienza e rapidità del processo di guarigione è sempre fondamentale in caso di lesioni cutanee di una certa importanza, ma lo diventa in modo particolare in presenza di un tattoo. L'eccesso di infiammazione iniziale, infatti, può degradare i pigmenti, alterando i colori del disegno, mentre l'eventuale insorgenza di un problema infettivo aumenta il rischio di cicatrizzazione anomala, che rovina il tatuaggio in modo permanente a causa dell'eccesso di tessuto di riparazione che si accumula nella regione della ferita.
Fattori che promuovono lo sviluppo di cicatrici più evidenti
Alcuni fattori locali e sistemici possono promuovere lo sviluppo di cicatrici particolarmente evidenti o cheloidi dopo la guarigione di una ferita abbastanza profonda. Alcuni di essi possono essere controbilanciati con adeguati accorgimenti terapeutici e comportamentali. I principali elementi sfavorevoli comprendono:
- Cute secca (da trattare applicando regolarmente una crema idratante ed emolliente)
- Infezione e intensa infiammazione nelle prime fasi del processo di guarigione della ferita
- Esposizione prolungata alla luce solare (da prevenire coprendo la zona tatuata ferita e/o applicando una protezione a schermo totale)
- Sfregamento contro vestiti ruvidi o accessori, grattamento (da evitare indossando indumenti morbidi e ampi e trattenendosi dal toccare la zona tatuata)
- Intensa pressione, stiramento o traumi nell'area cutanea interessata dalla ferita
- Stato di generale disidratazione dell'organismo (da prevenire bevendo almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno)
- Eccessiva produzione di collagene nel derma
- Predisposizione genetica allo sviluppo di cicatrici ipertrofiche
- Localizzazione della ferita in zone cutanee naturalmente soggette a tensione/trazione (articolazioni, spalle, braccia, lobo dell'orecchio, collo, torace ecc.)
Reference
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